giovedì 7 novembre 2013

PRINCIPI AZZURRI COSTRETTI ALLA FUGA








Noi donne siamo bravissime a lamentarci, diciamocelo. Ed è una cosa che non solo ci riesce bene, ma che ci piace anche. E' un lusso che ci concediamo nel momento in cui ci fermiamo durante la frenesia della giornata e ci sediamo a pensare. Pensiamo che le nostre gambe non sono abbastanza lunghe, le tette abbastanza grandi; pensiamo che l'arrosto che porteremo in tavola non sarà morbido e burroso come quello che la nostra amica ha preparato l'altra sera; pensiamo che non abbiamo budget per acquistare quel cappottino che ci ammicca da settimane nella vetrina sulla via per l'ufficio; che abbiamo troppo lavoro arretrato, che non ci siamo allenate abbastanza o abbiamo sgarrato eccessivamente. Ma la maggior parte delle volte, ci piace tantissimo lamentarci di una cosa in particolare, soprattutto in gruppo quando facciamo serata tra donne: di Lui. Lui che non risponde ai nostri messaggi, lui che esce con gli amici, lui che non ci porta mai i fiori, che al cinema non ci fa scegliere; Lui che è geloso, che se gli chiedi uno strappo puntualmente ha da fare; Lui che non nota che abbiamo fatto la frangia, che non ci ringrazia abbastanza e dà tutto per scontato; Lui che non mette mai la felpa che gli abbiamo regalato per Natale e che non fa mai un gesto spontaneo. E ci ascoltiamo l'un l'altra e annuiamo convinte esclamando continuamente "Non me lo dire guarda!"-"E' troppo vero, cioè..."-"Sì infatti, parliamone..."
Poi succede, arriva quello che non è stronzo, che non ci fa disperare, che non gli puoi recriminare nulla. E' il ragazzo che ti viene a prendere, che ti fa trovare la tua canzone preferita in macchina ("no ma giura?"). Che lascia perdere quello che sta facendo se lo chiami in lacrime perché hai litigato con la tua migliore amica, che ti paga il cinema e divide equamente i pop-corn ("sì certo e devo credere che esista?"). Quello che ti sa prendere il giorno che nello specchio vedi un elefante nano, e ti dimostra che quello che stai dicendo sono eresie estetiche, che ti guarda come se esistessi solo tu ("eh come no, ti sei addormentata guardando un film?"). Se esce con gli amici si ritaglia un quarto d'ora per sapere com'è andata tua la giornata, si sorbisce le vetrine con te che parli a macchinetta e se gli fai la prova del " mi stai ascoltando" la passa lasciandoti interdetta("No amica ma parliamone, ha un fratello?"). A quel punto passiamo a lamentarci di quanto sia impeccabile, ci incaponiamo finché non troviamo il modo di non farcelo andare giù, CI LAMENTIAMO PERCHE' CI HA TOLTO IL GUSTO DI LAMENTARCI, e facciamo facciamo finché non ci dà la chance di lagnarci perché ha scelto un' altra. I principi azzurri ci sono, chissà perché non siamo capaci di vederli finché non vanno al galoppo sul bianco destriero.

mercoledì 11 settembre 2013

LA NOSTRA VITA ATTACCATI AD UNO SCHERMO.SIAMO TUTTI TOGETHER ALONE






DATI ALLA MANO:

-Nel secondo trimestre del 2013 sono stati venduti la bellezza di 45,1 milioni di tablet, un aumento del 56% rispetto allo stesso periodo dell' anno precedente;

-Apple detiene ancora la più ampia fetta di mercato, nonostante abbia subito un calo che ha favorito la diffusione di Samsung, che arriva a 8,1 milioni di pezzi venduti sempre nel secondo trimestre registrando una crescita del 227%. Seguono nell' ordine Asus e Lenovo e Acer;

-8 smartphone su 10 si basano sul sistema operativo Android; Samsung vende più di 500 smartphone al minuto;

-E' stato stimato che entro il 2015 negli USA ogni americano avrà un tablet. Nel mondo entro 4 anni le vendite saliranno a 414 milioni di tablet e 68 milioni di e- reader, muovendo qualcosa come 100 miliardi di dollari;

-già dal 2011 la vendita di smartphone ha superato quella del PC, che entro il 2015 verrà sorpassato dalle tavolette digitali;

-Gli italiani assieme agli Inglesi sono il popolo che utilizza maggiormente lo smartphone come camera phone. Il 44% delle foto caricate sui social è rappresentato da autoritratti mentre il 35% dalle serate in compagnia.




Questo week -end ho sentito di un locale che ha affisso al sui interno un cartello che recita "In questo locale non c'è wii-fi. parlatevi!". E' il segno che nei tempi della nuova tecnologia, dei social virtuali e dell' informazione a portata di click anche nel deserto, quella che ci rimette è la socialità. C'è un' espressione che identifica questo nostro nuovo modo di essere: TOGETHER ALONE. E mi ci metto anche io. E' un gesto talmente naturale quello di estrarre in qualunque momento smartphone e tablet, che ormai non ci facciamo più caso. Non è come quando da bambini portavamo a tavola in Game Boy e ci sgridavano perché non stavamo partecipando all' unico momento di ritrovo familiare, o come quando si passavano ore in camera davanti allo schermo del computer che ci occupava la scrivania sopra e sotto tra torre, casse, schermo, tastiera e mouse.



Andando in giro vedi gruppi di ragazzini ognuno che controlla la propria pagina Facebook, andiamo al ristorante e prima e dopo l' ordinazione stiamo lì a mandare gli ultimi WhatsApp o a dare l'ennesima occhiata ai risultati delle partite prima di concentrarci sul commensale. Ma il simpatico gadjet tecnologico resta sul tavolo da ambe le parti, perchè appena arriva il piatto bisogna postare l' immagine su Instagram. Io se non guardo il telefono per due ore, poi mi ritrovo il menu a tendina strapieno di icone: sms, mail, WhatsApp, Line, Chat on, Facebook, eventi...diventa quasi obbligatorio tenerlo in mano sempre e guardarlo ogni quarto d'ora come minimo. Se si stanno facendo code in posta, in banca, per entrare a un concerto, se si aspetta la metro o si sta facendo un lungo tragitto sui mezzi, è immediato prendere un tablet o uno smartphone e leggere un I-book, guardare in streaming una puntata del nostro telefilm del momento, girellare su You Tube o giocare a "Farm ville" o "Candy Crush". E quando la noia dell' attesa si fa comunque sentire, ci chiediamo come si facesse una volta senza questi technological devices a passare il tempo. La sera li posiamo per ultimi, c'è chi ormai non legge nemmeno più una pagina di un libro prima di spegnere la luce. Abbiamo sempre costantemente gli occhi appiccicati a qualche schermo. Sul lavoro non se ne può fare a meno, diventa dotazione di tutti i menager e responsabili delle diverse aziende. Se non li abbiamo con noi ci sentiamo persi, isolati. Paradossalmente oggi ci si sente più isolati in una folla se non si ha il telefono, piuttosto che a casa da soli ma rassicurati dalla finestra tecnologica sul mondo. L' interazione personale si sta evolvendo, e forse definirla personale è un termine improprio. Parliamo allora di interazione sociale, e prepariamoci a perdere via via contatti con il mondo reale, ad avere tutto e tutti in qualunque momento e luogo a portata di polpastrello. Avremo una nuova definizione di KEEP IN TOUCH

venerdì 30 agosto 2013

A.A.A. CERCASI BRAMBILLA. UNA MILANESE IN PAOLO SARPI

18.947 è approssimativamente il numero di Cinesi a Milano, 8,7% degli stranieri nel capoluogo. E' letteralmente raddoppiato tra il 2005 e il 2010 ed è in continuo aumento. La comunità cinese possiede l'80% dei negozi con vetrina su strada nel quartiere di Paolo Sarpi, e gestisce qualcosa come 5000 negozi in tutta Milano. Ha anche i primi posti della top 10 dei cognomi meneghini, dove Zhou e Chen si lasciano alle spalle Rossi, Fumagalli , Colombo e il mitico sciur Brambilla.



E allora andiamo in territorio cinese a dare un occhiata da vicino al quartiere. La prima cosa che colpisce è la pulizia dei marciapiedi e delle aiuole. Se ho contato 5 mozziconi di sigaretta è tanto. La seconda cosa che salta all'occhio è il mitico carrellino che tutti , milanesi compresi, si portano appresso.


Ma mente la sciura nata sotto la Madonnina ci carica la borsa della spesa, i cinesi portano dalle due alle tre scatole dall'ignoto contenuto, che diventa identificabile se si intercettano nella via secondaria i camion di provenienza, che sono stipati di quella che presumibilmente è la merce che è esposta nelle vetrine. Viene spontaneo chiedersi quando mai riusciranno a venderla tutta. Tra i negozi più presenti abbiamo quelli di bigiotteria, dove collanine e braccialetti di plastica dai colori chiassosi sono ordinatamente riposti in bustine tipo prove di "C.S.I scena del crimine", ed esposte una accanto all'altra su intere pareti illuminate al neon di negozi di cui nessuno vorrebbe mai fare l'inventario. Al secondo posto i negozi di gadjet per i-phon, i-pad, i-qualunque cosa. Potreste avere una cover per il vostro cellulare da abbinare a qualunque capo del vostro armadio, lo potreste travestire neanche fosse carnevale, farlo brillare diglitter da dovervi mettere gli occhiali da sole (fino a che alla prima botta tutte le scintillanti pietruzze attaccate con lo sputo voleranno via tra i vostri improperi). Divertenti i negozi di parrucche, due in particolare se vi serve una lunga chioma glicine o un caschetto blu cobalto : "Oscar" all'angolo con via Braccio da Montone, e "Omelaya".


Non mancano gli alimentari, dove si possono passare svariati minuti con vegetali di dubbio aspetto tra le mani da girare e rigirare con aria interdetta. Dal durian che sembra un pallone da calcio borchiato e che odora di scarpe vecchie, dalla zucca invernale simile ad una gigantesca pera verdina e quasi cava, al cetriolo cinese lungo un metro e coperto di bubboni.


C'è poi il banco frizer con le teste di anatra e le lingue d'oca, e gli scaffali con la medusa in salamoia. Ma si trova anche una varietà di salse e spezie, e cartuccere di pacchetti di spaghetti di riso, confezioni di noodles da sfamare una famiglia per un lustro e i ravioli al vapore da scongelare. Le versioni cinesi dei prodotti occidentali, dagli Oreo(ci sono tutti i gusti possibili immaginabili) all' Estathe alla Pepsi; i dolci tipici, dai mochi alla moon cake che è così chiamata perché ha come elemento distintivo un tuorlo d'uovo al centro (è buonissimo ma pesantissimo); le gelatine di fagioli rossi da fare a cubetti e mangiare come snack e le verdure disidratate, le nuove patatine.


Mi sono imbattuta nel nuovo Oriental Mall, il primo centro commerciale cinese, che ha a pian terreno il market e un paio di negozietti di vestiti così sintetici che quando li tocchi i capelli si alzano ad effetto palloncino, e probabilmente se li metti e corri veloce prendi fuoco. Al piano superiore c'è una versione cinese di "Tutto escluso il muro", un bazar ben ordinato in cui puoi comprare dalle mutande ai festoni, dai vibratori ai tostapane, dal materiale gommato da mettere sul fondo dei cassetti al diario di Hello Kitty. Non male però verso l'uscita la vetrina di monili di giada. Anche se per andare sul sicuro c'è una bellissima boutique di oggetti e abbigliamento tradizionale, l'"Oriente store".


Qualche milanese ha ancora delle attività sulla via, e sembra calcare terribilmente la cadenza da bauscia quasi a volersi fare spazio tra i cinciuè.
Nei negozi di abbigliamento puoi provare la merce 3 volte su 10, e ottenere uno scontrino è possibile solo se i vigili sono nei dintorni. Ci sono un paio di negozi di griffe italiane e numerose vetrine di scarpe che vanno dal minimal al Priscilla show. Mangiare in Paolo Sarpi significa andare a casa rotolando avendo speso ben 12 euro in certi ristoranti, e la cosa divertente è che nei negozi di alimentari, la provenienza dei cibi che poi consumate anche ai tavoli è spesso da laboratori cinesi sparsi per le vie del centro o sui navigli. Da vedere l'agenzia matrimoniale, imponente con il suo marmo, le sue foto e le vetrine di abiti bianchi in poliestere.


E'stata una gita indubbiamente interessante e tornerò di certo a curiosare meglio. Ma attenzione che nei negozi siete tenuti d'occhio molto da vicino, non dovete fare troppe domande o toccare le merci. Dopotutto siete a casa loro.

venerdì 19 luglio 2013

SI SALDI CHI PUO'...!

Arrivano ogni anno sempre prima, al fine di tamponare i disastrosi bilanci commerciali dovuti a questi anni di shopping coscienzioso e rinunce strappa lacrime. Lo so io e lo sapete voi: per ogni capo tanto desiderato lasciato, ahinoi, in vetrina, un angelo perde le ali. Ma finalmente ecco i mesi di saldi. E ricordate che, escludendo tutti quei capi base che non devono mai mancare nell' armadio e che possono, e devono, essere un piccolo investimento a lungo termine (il trench, il chiodo, la borsa in pelle, il jeans "SUPER-LATO-B", la camicia bianca ben costruita, il tubino e il golf di cachemire, lo stivale da moto e la gonna a tubo), i saldi vanno vissuti come la RICOMPENSA. Non buttatevi nella ressa con le idee troppo precise (ma nemmeno da sprovvedute: non tornatemi a casa con il pantalone Versace di pitone giallo con borchiette perché "era all'80%". Chiedetevi alla cassa perché è all' 80%. Sicuramente non è un ever green. Ma un ever never). Orientatevi per stile, per tendenza, per negozio. Stile orientale? Tac, da Zara, dove non volevo nemmeno entrare, ho fatto incetta di casacche in seta stampata. Black and white? Tac, una serta dopo cena in Corso Como ed ecco la camicia di Pinko chiamare dalla vetrina. Non ero ancora andata da and Other Stories in piazza Duomo (per chi non lo sapesse, è uno store sempre della famiglia H&M ma dal profilo più dandy, più vintage suburban chic) e ad aspettarmi, un espositore di monili gothic per smetterla di pormi domande sul perché adesso mettiamo la pelle d'estate e il flou d'inverno. La moda non si interroga, la moda si segue e si interiorizza. Quindi lasciatevi trasportare dall' ispirazione. Poi è chiaro che non sarà una passeggiata comunque. Da quando sono tornata normopeso mi sembra che tutte abbiano la mia taglia perché mi sono trovata a fare più volte a gara di velocità con la falso-sorridente ragazza dall' altra parte dello stendino nel far scorrere le grucce velocissime, analizzando con occhio laser l' etichetta delle "sizes", perennemente mezza nascosta. E non credete che se trovate il capo della vita fuori posto, quella di spalle lì accanto l' abbia appena appoggiato: in saldi e in amore tutto è permesso. E in ultimo faccio un appello. Non scaraventate-calpestate-frugate come in un gioco a premi-abbandonate i capi che non acquisterete. Avete mai provato a guardare per un attimo le facce tese e insofferenti dei commessi e degli addetti ai camerini durante i saldi? Già durante l' anno, in certi negozi c'è da temere che il giorno dopo entrino a fare una strage. In questi giorni, io guardo con attenzione le scatole di grucce fuori dalle cabine con il terrore di vederci lampeggiare un detonatore. E poi se vi fate vedere umani, anche loro potrebbero confessarvi che di quel calzoncini che tanto sognavate e di cui è rimasta o la xxxxL o la xxxxS, in realtà conserva una M nel retro per l' anima buona che non ha fatto crollare la pericolante pila di scivolose magliette in viscosa. Karma in saldo.

mercoledì 19 giugno 2013

LIBRI,COPERTINE, PEANUTS E WOODY ALLEN

Dicevano le nonne le mamme e i saggi della terra: "non giudicare un libro dalla copertina","l'abito non fa il monaco","chi troppo vuole nulla stringe","chi non risica non rosica", "il gioco non vale la candela". E si potrebbe continuare per una buona oretta e mezza a snocciolare tanti altri proverbi. Perchè la verità è che anche nell' era del digitale, di facebook e dei suoi aforismi appiccicati con poca cognizione di causa sulle bacheche, dei tweet cinguettanti di cliché e frasi emo, la saggezza popolare è cosa molto attuale. C'è un proverbio per ogni occasione, che funge da "te l' avevo detto" a "ti sto mettendo in guardia". Se imparassimo a vivere in maniera proverbiale probabilmente ci risparmieremmo un sacco di figuracce, fallimenti, dispiaceri. L'aforismo se usato con senso è una consolazione non da poco, fa sentire meno soli, perchè se qualcuno ha scritto la data frase perfetta per te e la tua situazione ecco che capisci che ci sono già passate generazioni.Certo l' aforisma può essere riconosciuto come tale solo se pronunciato da personaggi di un certo spessore sociale. Woody Allen non ne sbaglia uno ad esempio. Io se ho un problema che non riesco a risolvere mi metto su un Woody e via di saggiezza su celluloide, da "Manhattan" a "Io ed Annie" passando per "Provaci ancora Sam". Quindi puoi star certo che se vedi la luce infondo al tunnel probabilmente è un treno, che se quello accanto a te in discoteca si struscia come una biscia in calore è perchè "il ballo è espressione verticale del desiderio orizzontale" e che "Si vive una sola volta. E qualcuno neanche una".





Altra fonte di saggezza non trascurabile sono i bambini di Shultz. Sally e Snoopy sono la personale fonte principale del mio sistema assiometrico. Se hai un problema di cuore puoi star certa che Lucy avrà sicuramente una risposta pronta, se ti senti abbandonato, Linus saprà usare la sua coperta per consolarti. Se ti sembra che il mondo ti perseguiti, Charlie Brown sarà sempre messo peggio di te.





La ricetta del proverbio è semplice. Pulita immediata, tac! Frutto di esperienze secolari. Una certezza insomma. E noi invece viviamo sotto la costellazione dei se e dei ma e ci mangiamo le mani quando "il principe cerca moglie" si rivela un miliardario e non lo sfigato del fast food, quando avremmo potuto buttarci e invece e invece ci siamo ancorati ad un però pesante come il cemento. Quando abbiamo dato terze e quarte e quinte possibilità a lupi che non hanno perso il vizio. Io me ne sono accorta proprio di recente. Un'amica che si rompeva la testa dietro un lupo il cui pelo rimaneva foltissimo nonostante il tempo ( e "A pensà mal se fà maal, ma se sbaglia mai"), che aveva iniziato un libro che non faceva per lei ma che aveva scelto per la copertina. Un'altra che invece credeva di poter tenere i piedi in più scarpe, e alla fine ha scoperto che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Qualcuno che ha scoperto che era meglio cambiare aria perché "A mangià domà erba gh’è de diventà verd". Io che mi sono ritrovata un pettine pieno di nodi che ho fatto con un sacco di scelte sbagliate senza premurarmi di avere del balsamo a portata di mano.Ma fortunatamente c'è sempre qualcuno che te lo porta il balsamo e puoi districare il tutto senza tagliarti i capelli a zero. E ripromettendoti che da domani "Mangia, bev e tas; e viv in santa pas" perché “La vita è un caos con poche oasi e qualche momento comico".

domenica 9 giugno 2013

10 COSA DA FARE E NON FARE PRIMA DI PARTIRE

UN POST GENERATO DA ESPERIENZE PERSONALI.Ecco che sono arrivati i tre mesi estivi in cui fare i salti mortali per inserire le settimane di ferie, fare tutti contenti e scappare dalla propria vita per almeno 10 giorni consecutivi. Indipendentemente dalla meta, ci sono minimo 10 cose da fare e 10 da non fare prima di partire, quindi prendete nota e spuntate quello che avete già fatto, vediamo a che punto siete dei preparativi...

1-DICHIARATE CHE NON SPEDIRETE CARTOLINE. Oggettivamente è difficile trovare una frase nuova ogni anno per tutti, e poi così non rischiate di trovarne una pila a casa per cui dovrete inventare una scusa per non aver risposto. Io puntualmente mi dimentico e le consegno a mano al rientro, tristissimo.

2-ANDATE DAL PARRUCCHIERE A TAGLIARE LE DOPPIE PUNTE E A COMPRARE DEI PRODOTTI SOLARI PER CAPELLI. Non sarebbe bellissimo per un anno provare a minimizzare i danni di salsedine, cloro e sole evitando di tornare sbiadite, stoppose e spampanate?

3-SCREMATE ALMENO TRE VOLTE IL BAGAGLIO. è un classico portarsi via il triplo del necessario, io lo so perchè sono campionessa di overweight, il check in in aeroporto con la pesa del bagaglio mi generano ansie tremende.Quindi tirate fuori tutto quello che vorreste portare almeno tre giorni prima e ogni volta che ci passate davanti chiedetevi se davvero vi serve tutto e levate qualcosa. Anche perchè poi lo shopping da vacanza? Altrimenti fate come me e comprate una valigia aggiuntiva al ritorno di ogni viaggio.

4-INDIVIDUATE PER TEMPO IL TORMENTONE MUSICALE ESTIVO CON ANNESSO BALLO DI GRUPPO.Meglio arrivare preparate.

5-INCARICATE QUALCUNO DI INNAFFIARE LE PIANTE MENTRE NON CI SIETE. E nel caso di tagliare l'erba.Ve lo dice chi quando torna trova sempre le surfinie carbonizzate alle finestre e l' erba alta effetto savana urbana.

6-LASCAITE IN DISPENSA DELLE SCATOLETTE PER IL RITORNO E UN LITRO DI LATTE A LUNGA CONVERSAZIONE. Al ritorno nessuno ha davvero voglia di andare a fare la spesa e rientrare subito nella routine non permette il crogiolarsi nel mal di ferie.

7-BANDITE L'ALCOOL PER UNA SETTIMANA. Vi sgonfierete e comunque recupererete a suon di aperitivi.

8-NON SCRIVETE SU FACE BOOK CHE SIETE VIA. Quante case in più sono state svaligiate grazie agli annunci ingenui di vacanzieri entusiasti...

9-COMPRATE LE CREME SOLARI E UNA SPECIFICA PER IL VISO. O se volete bruciarvi oggi e sembrare dei pani di segale bruciati dopo i 50 anni fate pure.

10- PRENOTATE UNO SCRUB TOTALE DALLA VOSTRA ESTETISTA, in questo modo vi assicurerete un' abbronzatura più uniforme e la vostra pelle sarà pronta per sfruttare i benefici del cambio d'aria.




E ORA LE 10 COSE DA NON FARE.....

1-NON ABBRONZARSI IN CITTà SENZA FILTRI SOLARI.Non è il posto dove ci si abbronza che fa la differenza. Il sole preso in giardino brucia come quello preso a Miami, quindi onde evitare di portarsi già l' eritema da casa....

2-NON PRENDETE IMPEGNI SERI CON UN RAGAZZO\A CHE NON VERRà IN FERIE CON VOI. Rischiate di mangiarvi il fegato tutta la vacanza chiedendovi cosa starà facendo e con chi, oppure peggio, costringerete chi è con voi a sorbirsi pucciose telefonate del tipo,"mi ami ma quanto mi ami? attacca tu, no dai attacca tu..."

3-SE INVECE VI SIETE APPENA MOLLATI NON COMPONETEVI UNA COMPILATION DI CANZONI STRAZIANTI. Portatevi un costume di cemento, più rapido e pratico.

4-NON COMINCIATE A LEGGERE IL LIBRO DELL'ESTATE.Lo finireste prima di sdraiarvi al sole e dovrete ripiegare sul Chi che quella di fianco ha appena finito di sfogliare.

5-NON FATEVI LA FRANGIA E NON SCALATE LE MEZZE LUNGHEZZE. Niente di peggio dell' avere capelli ingestibili al vento e al sole, ripiegando su una valanga di mollettine.

6-NON FATE DIETE LAST MINUTE. Non servono e al primo pranzo buffet del villaggio vi ritrovate sotto il pareo i kg persi accompagnati da altri conosciuti sul posto.

7-NON CHIUDETEVI 18 ORE IN PALESTRA.In una settimana per avere addome scolpito e glutei di marmo, è molto più facile provare a pregare.

8-NON INVITATE L'AMICA LAGNA PERCHè VI FA PENA. Se non ci uscite per l' aperitivo nemmeno a casa, cosa vi fa pensare che averla con voi 24h al giorno possa farvela piacere?

9-NON LAVATE L'ULTIMO GIORNO GLI INTERNI DELL'AUTO CHE POI CHIUDERETE IN GARAGE. O se lo fate, assicuratevi che sia asciutta al 100%. vi assicuro, l' odore di muffa non se ne va nemmeno se poi la lasciate aperta un mese

10-NON LASCIATE NIENTE IN FREEZER E IN FRIGO. Verdure barbute e pozze di gelato liquefatto sono tra i peggiori ben tornato a casa.

venerdì 31 maggio 2013

PERCHE' LEGGERE TI FARA' RESTARE SINGLE.



E pensare che una volta le donne non potevano andare a scuola ed imparare a leggere. Lo facevano di nascosto grazie a qualche mente illuminata.E poi ecco che abbiamo preteso il nostro sacrosanto diritto a chiuderci in biblioteca e divorare pagine e pagine di romanzi e racconti. E sapete cosa ci abbiamo guadagnato oltre che ad una buona proprietà di linguaggio e una nuova apertura mentale Una terribile attitudine all'immedesimazione. Già da piccole, con le fiabe, ci sentivamo come la principessa brava e buona che scruta l'orizzonte per vedere se sarebbe arrivato il principe, chiacchieravamo e cantavamo canzoni all'animale domestico di turno, facevamo le pulizie convinte che in questo modo avremmo accumulato punti presso la fata madrina e ci struggevamo se non eravamo bionde e con gli occhi azzurri (non per niente io ho sempre parteggiato per Belle e Biancaneve).




Poi crescendo abbiamo conosciuto le candide ed erotiche eroine medievali, dalla terribile Angelica del"L'Orlando furioso", alle delicate ed eteree donne della letteratura medievale. E allora via di mascara e matita per avere sguardi magnetici che trafiggessero l'amato, nel tentativo di essere virginee e fatali allo stesso tempo. La domina in bianche vesti che fa contorcere l' uomo con un solo gesto della mano. Ma poi a minare tutte le nostre sicurezze sono giunti i tormentati amori della prosa inglese con le benedette sorelle Bronte con i loro struggenti scritti. Ed ecco tutte a rendere drammatico il rapporto con il fidanzato per avere una storia tormentata come in "Cime Tempestose" ( a mio avviso Bella della saga vampiresca ha fatto da una parte un favore alle ragazzine di tutto il mondo che hanno imparato ad amare un classico. Dall'altro ha banalizzato il duro lavoro della Bronte che ha visto il suo malinconico racconto reinterpretato in chiave emo), o a scoprire seconde donne pazze tenute premurosamente nascoste, con il solo risultato di tornare a casa e decidere che non siamo nate nell'epoca giusta, che ci meritavamo un finale diverso e che oggi tutti gli uomini fanno schifo. Per ripicca proviamo l' attitudine di Manon Lescaut o peggio, proviamo un approccio soffocante e poetico alla Fosca peggiorando la situazione.





Finito il liceo e i drammi dell'adolescenza, il rifiuto della letteratura imposta sui banchi di scuola porta nelle nostre esistenze elementi più simili a noi come Rebecca di Sophie Kinsella, Bridget Jones e compagnia bella di adorabili svampite che ci fanno sperare che inciamperemo anche noi nell' uomo della nostra vita o peggio nel fax simile in carne ed ossa del nuovo bramato Christian Gray, sì il pervertito delle 50 sfumature. Signore, la verità è che una volta chiuso il libro dobbiamo smettere di leggere quello che ci circonda. Vi ricordate Francesca dei lussuriosi di Dante? Il libro galeotto l' ha fatta secca. Non vorremo mica continuare tutta la vita ad aspettare no? scriviamocelo noi il nostro lieto fine, perché oggi il principe si ferma più facilmente a parlare con chi non ha letto o dimostra di non averlo fatto in modo così attento. Teniamoci le astuzie delle nostre eroine, ma non cerchiamo l' Heathcliff del 2013.
Accontentarsi? MAI, ma affrontare la caccia con meno orgoglio e pregiudizio ma con occhio contemporaneo e razionale, può salvarci da tanti falsi azzurri sul bianco destriero.


mercoledì 8 maggio 2013

NOTIZIA STRAORDINARIA! LA TAGLIA è SOLO UN NUMERO!

Un momento epifanico da condividere, qualcosa che cambierà il vostro modo di fare shopping e di guardarvi allo specchio. Quante volte siamo andate a fare spese decidendo di dare alla commessa la responsabilità di decidere qual' e' la taglia adatta a noi? Chi guardando "il diavolo veste Prada" non e' uscita dal cinema sognando una 40? Quante di voi si sentono uno schianto finche' uscendo da un camerino non si trovano a comprare una taglia in piu' del previsto? Oppure speravano che il modello visto su una rivista cadesse loro addosso come alla modella stampata, photoshoppata e affamata dalla sua agenzia? Noi donne possiamo essere spesso banalmente fragili. E siamo sempre dietro a criticarci o a fingere che non ci importi che quella accanto a noi sulla metro e' piu' asciutta, che ci faccia piacere che il nostro ragazzo ci pizzichi la maniglietta dell' amore. E compriamo di nascosto le spanx e d' inverno ci tiriamo i collant contenitivi fino al mento, andiamo in giro pancia dentro petto in fuori come i bersaglieri e se ci sentiamo gonfie come le amiche della Marcuzzi ci imbozzoliamo in strati di tessuto. Non so voi ma la vita mi sembra gia' abbastanza complessa cosi', senza che ci struggiamo perche' abbiamo lasciato la 38 superati i 12 anni o il metro e quaranta.Non sto scrivendo un post contro la magrezza eccessiva e nemmeno urlo all' abbuffata. Avrete certo notato che in tutti i negozi le taglie sono leggermente differenti.E poi c'è quella americana e quella europea e la 0 e la S e la 27 e la 42.... Aprendo l' armadio, mi sono resa conto che se qualcuno volesse regalarmi dei jeans e cercasse la taglia guardando quelli appesi, credo me lo ritroverei in un angolino a far di conto per fare una media di tutti i numeri che ha trovato. Se il pantalone si chiude ma ci fa, per usare un termine americano che ben rende l' idea, i "muffin top", ossia ti strizza i fianchi creando l' effetto del muffin che straborda dal pirottino, compriamo una taglia in più: non ci faremo ridere dietro e riusciremo a sederci. La taglia e' una cosa da addetto ai lavori. Serve al sarto e al modellista per creare l' abito. I vestiti devono cadere bene sul corpo ed esaltare i punti forti. Ben venga la M se nel vestitino S sembriamo delle soppressate, se ho la pancia piatta perché nascondere ore di palestra nei magliettoni L? Se voglio un pantalone comodo e non amo lo skinny jeans anche se potrei permettermelo, non compro un bragone di due taglie piu' grandi, cambio modello e tessuto. La gonna va bene in vita ma il sedere brasiliano la fa arrampicare ad ogni passo? Lascia perdere! E poi che cosa terribile la classificazione vegetale delle forme. Io ho scoperto di essere la donna peperone, e mi accompagno a donne pera, mela, banana e sedano. Filiformi o tutte curve, piatte o maggiorate, impariamo a fare acquisti guardando lo specchio e non l' etichetta: faremo uno shopping migliore e ci sentiremo finalmente belle e sicure di noi stesse. Facile? No di certo. Ma quando mai noi donne cerchiamo la via piu' semplice?

domenica 14 aprile 2013

EREDI DI MANERO FIGLI DELLA NOTTE

Nei romanzi e nei film storici, la scena del ballo è quella che offre sempre un quadro generale della società. L'uomo danza da quando è apparso sulla terra, che sia per festeggiare, per invocare gli dei o per caricarsi prima di una battaglia. You tube è colmo di video di bambini piccoli e piccolissimi che sgambettano a ritmo di musica. Ancora oggi se ci si vuol fare un' idea generale della composizione del tessuto sociale la discoteca offre un punto d'osservazione da non sottovalutare. O per lo meno è un ottimo modo per vedere come sono davvero le persone al di fuori del rigido contesto quotidiano. Insospettabili commercialisti e avvocati si lanciano nelle danze più sfrenate, la segretaria remissiva getta gli occhiali e scioglie lo chignon, si strizza in un abitino nero e mette in pratica la definizione di quel genio di Woody Allen:" LA DANZA è ESPRESSIONE VERTICALE DEL DESIDERIO ORIZZONTALE". In discoteca nessuno ha più età. Trovi il quarantenne che ti approccia gridandoti nell'orecchio che ha fatto i 20 anni (già, 20 anni prima), le quattordicenni ultra procaci che si cambiano in bagno tirandosi su il seno in magici push up e ripassando la bocca con la tonalità "rosso battona", lasciano arrampicare la gonna sulle gambe infantili a sottolineare forme nuove di pacca. Al bar si sgomita per farsi ascoltare da baristi con l' orecchio bionico che nessuno sa come facciano ad isolare l' ordine dal marasma generale, e ti allungano cocktail che da bravo equilibrista devi far arrivare al privè prima di essere urtato dagli invasati che ballano e saltano in gruppo intonando "bevo bevo sono sbronzo e son contento". Mi piacerebbe chiamarli la mattina dopo. Ma l' alcool è elemento fondamentale, non tanto per sballare, almeno per le ragazze, ma per anestetizzare il dolore lancinante che sale dalle scarpe con il tacco che si ribellano al salto sincopato a ritmo della House ( " Bella zio!Dio mi ha dato la vita e io la vivo per la House".) Ci si cerca di muovere compressi in un gruppo che sa di alcool, corpi umani, dopo barba, profumi dozzinali e sudore. Ci sono le coppie che cercano di fare numeri rischiando solo di finire risucchiati ai due lati opposti della sala. Cerchi di non perdere di vista con chi sei arrivato, e quasi ti viene voglia di proporre la stessa maglietta fluorescente per la prossima volta, per fare gruppo. Improbabili cubiste di 90 kg ondeggiano sulla folla e poi proprio mentre ti sembra di intravedere il tuo tavolo, il tecnico delle luci fa partire le psichedeliche e tutto si muove a scatti e la folla come un' onda tratteggiata ti sommerge e tu scopri che sono solo le 2 e mancano almeno due ore alla tua uscita di scena. Allora prendi un bel respiro, ti prendi il tuo spazio a gomitate nelle costole a gente che è già tanto se si ricorda dove si trova e braccia al cielo cominci a saltare invasata più di tutti, "e gira tutta la stanza" mentre ti trasformi in"Britney bitch" e danzi come "zingare del deserto", butti indietro la testa al revival della Carrà pregando che domani il fisiatra abbia tempo di vederti. Ma intanto "poroppopo" con D'Agostino e "Dabudidabada" con gli Eifel 65, minacci di slogarti il bacino sculettando su dj Antoin e Bob Sinclair e sì, accetti anche la pacca sul sedere arrivata da cielo. Sudata e devastata raggiungi la toilette per vedere se la faccia sta ancora insieme e...orrore! l' ombretto del tuo smokey eye è scivolato proprio in area occhiaie facendoti sembrare il fantasma della metro di Ghost, il rossetto è un lontano ricordo, la gonna sta pericolosamente risalendo a voler diventare la fascia per capelli per cui sembra essere stata creata date le dimensioni, i capelli sono crespi per la super cool sbuffata di fumo bianco dalle consolle del dj. Vorresti usare la toilette ma senti conati poco rassicuranti da dietro le porte chiuse e pensi che piuttosto che inginocchiarti a vomitare su quel pavimento ti lasceresti schiacciare dalla folla di aspiranti Travolta in sala. L immagine riflessa suggerisce che è ora di tornare a casa. Crolli a letto ancora vestita e la mattina, o meglio qualche ora dopo, ti svegli rintronata e paradossalmente più viva che mai. E aspetti tutta la settimana per rimetterti alla prova.

venerdì 29 marzo 2013

QUALITà VS QUANTITà. LA GENERAZIONE DELLA MODA USA E GETTA






Zara, H&M, Stradivarius, Bershka, Subdued, Mango, Aldo... Ormai non si contano più. I punti vendita di moda low cost a Milano hanno invaso vie del centro, della periferia e i centri commerciali: sono sempre pieni, non conoscono crisi, fanno prezzi stracciati proponendo capi moda che riproducono nel disegno i capi di sartoria e riportano le stampe e le fantasie in linea con il trend del momento. Collaborano con stilisti e star, fanno capsule collection per supportare questa e quella causa, si fanno pubblicità con testimonial più o meno famosi.

Sono gli anni della moda usa-e-getta, in cui stiamo sacrificando la qualità alla quantità. E sono io la prima ad aprire l'armadio e notare che i capi di grandi marchi o di buona fattura stanno ferocemente combattendo per non essere sommersi da quello più cheap. Poi sono sempre io la prima a dire che bisogna saper mixare, che dobbiamo avere tutti dei capi base di alta qualità a cui abbinare il pezzo low budget che fa tendenza e che non ci resta sul groppone la stagione successiva. Ci sono però anche i contro. Per quanto una li sappia portare, si tratta di capi con una vita utile ridotta, che non hanno l'orlo finito a puntino, o che fanno i pallini dopo 4 lavaggi. Ma soprattutto per quanto il ricambio di merci sia frequente l' effetto divisa è assicurato. Tutte con il jeans a leggings e il golfino lungo, piuttosto che tutte con il chiodo di simil pelle, la camicia a scacchi e il cappello di lana o ancora il peggio quando si esce la sera e tutte hanno la stessa borsetta o lo stesso abitino poco impegnativo di leggerissima viscosa.

Colgo l' occasione per sottolineare che la moda usa-e-egetta non è un fenomeno eco sostenibile. Sì, mi tirerete in ballo la storia della linea bio di H&M, ma mi preme ricordare che il GUARDIAN già nel 2008 denunciava il fenomeno della "mc Fashion" per l' impatto ambientale, la massiccia produzione di diossine e lo sfruttamento della manodopera. Non invito certo al boicottaggio di un sistema che dà lavoro a migliaia di persone, ma a non fare acquisti a cuor leggero.



Con la crisi investire in capi di qualità a volte può essere un sacrificio. In genere il capo di sartoria lo si va a cercare all' outlet e , a testimonianza del cambio dei tempi, se vuoi un oggetto di qualità, unico e originale, per tutti i giorni, punti sul vintage.A questo proposito segnalo Vintage Afro Picks sia sul web che direttamente via facebook dove trovare capi anni "80-"90 , e i negozi il Vintage Spirit Mutistore in via Cantore 3, il Cameo in via Fiori Chiari e lo storico Cavalli e Nastri in via Gian Giacomo Mora 3.



Queste catene oltre ad ammazzare il mercato dei beni di qualità (e non faccio riferimento al mercato del lusso che ne soffre in maniera marginale), si sta proponendo anche nella forma come un sostituto a basso profilo di negozi cult per la loro avanguardia. I nuovi fratelli di H&M, "COS" e il recentissimo "& OTHER", con i loro capi dal sapore di design scandinavo e i loro concept store rendono la vita difficile a negozi famosi da tempo per la loro avanguardia come Frip (porta Ticinese 16 , Zap( via Quintiliano 33), il Purple( colonne di san Lorenzo al numero 22), Tad (via Statuto ).

Torniamo a ricercare la bella mano dei tessuti, le cuciture ben eseguite, i tagli di alto profilo. C'è bisogno di riscoprire uno stile personale che vada al di là della proposta moda della settimana, c'è bisogno di coerenza. Una volta identificato il nostro profilo fashion, sarà più facile capire dove indirizzarci. Salviamo le boutique, il buon gusto milanese, il made in Italy. Non smettiamo di acquistare i capi delle grandi catene , ma cerchiamo di farlo non tanto con la foga del buffet a prezzo fisso, anche perchè alla fine 5 paia di pantaloni a 15 euro sono una spesa di 75,quindi a conti fatti ci troviamo comunque a spendere cifre non indifferenti per un qualcosa che non ci durerà nel tempo. E' il momento del cambio dell'armadio. Questa stagione facciamolo con tattica e furbizia.

venerdì 15 marzo 2013

ANCORA NON LO SAI MA STASERA CUCINI TU

Perchè tutti possono cucinare. Se chiunque si metta d'impegno può montare un mobile Ikea, allora significa che con le istruzioni alla mano tutto può essere fattibile. Certo, io dubito fortemente di poter montare un letto a castello anche se mi fornissero un libro illustrato e tutto il corredo di viti e vitine necessarie, ma se i pezzi sono pochi e i passaggi sono semplici credo di potermi cimentare con discreto successo. Lo stesso vale per la cucina. Basta metterci fantasia e un minimo di attitude, tirarsela un po' e credere di farcela e il gioco è fatto. Ecco allora il menù scenoso a prova di surgelato-addicted, al quale ne potranno seguire altri se questo articolo avrà successo e mi farete sapere se siete riusciti nell'impresa. Perché vuoi mettere la soddisfazione di stupire genitori-sorelle-fratelli-fidanzati che vi hanno sempre tenuto alla larga dai fornelli o vi hanno reputato il dito più veloce del west nel comporre il numero della pizza a domicilio? Allora cominciamo.


ANTIPASTO AL BICCHIERE: CREMA DI BUFALA CON VERDURE ALLA GRIGLIA





Vi serviranno delle verdure alla griglia miste (anche surgelate ma non condite), quali zucchine, melanzane e peperoni.
Una mozzarella di bufala.
Due cucchiai di panna da cucina.
Pesto pronto o fatto in casa due cucchiai.

Innanzi tutto i bicchierini, io li ho acquistati usa e getta al supermercato quindi non mettetevi subito le mani nei capelli se non li avete nel corredo di stoviglie.

Scongelate o grigliate le verdure, tagliatele a quadretti e mettetele da parte condite con il pesto (se lolete farlo voi, mettete nel mixer una manciata di foglie di basilico, un cucchiaio di pinoli,uno di pecorino o parmigiano e due cucchiai di olio).

Con un frullatore a immersione frullate la mozzarella a pezzi con la panna e una macinata di pepe se vi piace.

Alternate la crema di bufala alla dadolata di verdure all' interno dei bicchierini.

ORATA AL FORNO CON VERDURE





Non spaventatevi, se c'è una cosa facilissima da fare e che fa una gran scena è il pesce intero al forno. Procuratevi una piccola orata (250-400 g) a persona o una grande ogni due (dai 500g in sù). Al supermercato le trovate intere eviscerate. Oppure andate in pescheria o al mercato ma ricordate di controllare siano eviscerate. Riempite la pancia del pesce con aglio e rosmarino e un quarto di limone. adagiate i pesci nella teglia foderata di carta forno e spennellate con un goccio d' olio. Mettete nella teglia cubetti di verdure a piacere come zucchine, pomodori e peperoni. Se volete mettere le patate dovete prima farle sbollentare qualche minuto o rimarranno crude. Stessa cosa per le cipolle se doveste avere il desiderio di questi due ortaggi. Irrorate anche le verdure con un filo d' olio, salate e infornate il tutto in forno già caldo a 150 gradi per 35-40 minuti .


CHEESECAKE AL FICO

Che poi se non vi piacciono i fichi potete usare qualunque frutto preferiate, le mele ad esempio o le albicocche o le pere. Fresche, sciroppate o secche con marmellata dello stesso gusto in abbinamento. In questo caso mettete in ammollo una quindicina di fichi secchi in acqua calda e lasciateli gonfiare. intanto vi serviranno anche

200g di qualunque biscotto abbiate in casa.
50g di burro.
250g di philadelphia e 250g di ricotta
4 uova
una busta di zucchero a velo







Preriscaldate il forno a 160 gradi. Prendete il frullatore e metteteci i biscotti e il burro. Frullate e il composto di briciole usatelo per fare il fondo di una tortiera che avrete precedentemente foderato di carta forno. Se non bastasse per uno strato di mezzo centimetro aggiungete qualche biscotto. Mettete in frigo e proseguiamo con la farcia. Nel frullatore liberato dalle briciole mettete i restanti ingredienti tranne la marmellata e la frutta scelte. Recuperate la base dal frigo, adagiatevi i fichi scolati o la frutta che avete scelto e versate sopra la crema dolce di formaggio. Infornate per 45 minuti. Una volta cotta lasciate raffreddare perfettamente. Sarebbe perfetto se riposasse almeno 2 orette in frigorifero. Prima di servire spalmate la superficie con la marmellata.

E adesso tocca voi... e fatemi sapere!

giovedì 7 marzo 2013

LA GITA SCOLASTICA

Ah le gite scolastiche.C'è qualcosa di più terrorizzante? Fino alla prima gita seria da bimbi grandi in quinta elementare, la gita si è trasformata in un incubo. Prima era bello,la gita che dura tutto il giorno ma poi ti riporta sana e salva a casa.Ah,il ricordo del pranzo al sacco sempre abbondante come se il bambino andasse in guerra.Colazione (ma mamma l' ho appena fatta!), succhi di frutta contro cali di zuccheri (minaccia tangibile se le suore organizzano marce estenuanti per borghi e paeselli) ,panini 1000 gusti,dalla cotoletta al prosciutto innocente,dalla michetta con la mortazza al panino con la porchetta, pane e salame o addirittura il panino con la lingua ( della serie "sfido qualunque bullo a rubarmi il pranzo"].Torte fatte in casa e frutta. In genere dal pulman vengono estratti zaini Seven dal fondo macchiato di un succo di pera che inevitabilmente è esploso sotto il peso del resto delle provviste, piuttosto che la banana ben spalmata nell' Invicta lasciato al caldo.E che delusione nell aprire il Kinder cereali e scoprire che devi leccarlo dalla carta.Io non ho mai avuto bibite in gita, sempre the e acqua. Pani speciali tipo segale o semi di papavero con verdure alla griglia e primo sale o prosciutto insalata e pomodori(mia nonna una volta, trasgressiva mi ha fatto la focaccia con il lardo,pane e cotoletta e un croissant salato con cotto e fontina.Ho preso tutta la cornucopia di leccornie e mi sono messa quatta quatta dietro un cespuglio, per evitare di far fare assaggi].Una volta sull obbiettivo della macchina fotografica mi si è sfrittellaTo un pezzo di strudel. Poco male visto che fino all' avvento della digitale la mia ansia nell' aprire la busta del fotografo che aveva sviluppato l' immancabile usa e getta, era ripagata da 45 foto con il dito.
E poi i posti in pulman. Gli sfigati vomitosi con il mal d' auto davanti, i bimbi fighetti dietro in fila lunga. Io in genere ero in penultima/terzultima fila, puntualmente in ginocchio verso i bimbi fighetti a farmi riprendere dalla maestra.
E le canzoni? Io cresciuta con Jhon Denver,Baglioni, Battisti, Concato, Gino Paoli, Pino Daniele, Rod Stewart.....facevo finta di cantare gli 883 di cui tutt' ora non so che qualche ritornello.Non Vi dico quando mi hanno regalato il cd dei luna pop,l' ho imparato tutto subito.E i lettori cd senza l' anti shock, che al primo dosso saltavano?
Ah bei tempi....il pensierino da portare a casa per la mamma, il papà, la sorella, la nonna, la zia, la bis prozia etc....che in genere era per tutti il portachiavi o giù di lì.Io, sapendo che i miei la tenere ciofeca l' avrebbero fatta sparire, ho sempre optato per il miele dei frati di Chiaravalle, le riflessioni di Don Bosco,il cd con i canti dei frati della Certosa di Pavia...anche perchè non ho mai trovato nemmeno una volta il nome di un parente sul porta uovo in legno o sul portachiavi o la tazza da gift shop. E non vanto collezionisti di campanelle, ditali in ceramica o cucchiaini che in genere facilitano il compito al bimbo che con i soldi contati interpella "suor Maria contabile" per saper a quanto ammonterebbe la spesa aggiungendo agli acquisti l' immaginetta tridimensionale di Padre Pio.
E voi che ricordi avete delle vostre gite delle elementari e delle medie?

venerdì 22 febbraio 2013

MUSIC AND MOOD






Il bello, o meglio un bello, di quest'epoca è che possiamo portarci la nostra musica ovunque, con una semplicità e una libertà assoluta. E chi sento dire che siamo una generazione di asociali che gira con le cuffie ad arco o ci omologhiamo alla tribù degli auricolari bianchi, dico che nella gran parte dei casi invece siamo un gruppo di sognatori e pensatori. Non scappiamo dall'altro, ma fuggiamo il rumore e l' inutile, riempiamo il vuoto con i sogni che per ora possiamo solo scrivere in liste d'attesa, con i pensieri che una società pirandelliana non ci consente di esprimere perchè non sono parte del copione assegnato al nostro personaggio.





"Che musica ti piace?". Questa, assieme al circostanziale "come stai?", rientra nelle domande più prive di fondamento. Chiederemmo mai a una persona "qual'è il tuo stato d' animo preferito?". Una risposta a una simile domanda mi fa già immaginare l' interlocutore pronto con un adesivo con cui etichettarci, dal ribelle metallaro alla svampita new age. La musica è MOOD signori, è come le nuvole, corre e muta, e la sua mutevolezza non dipende solo da CHI ascolta ma anche dal QUANDO. Come una mattina le note di "Onde" di Einaudi possono carezzare l'anima, il giorno dopo o l' ora dopo possono infrangersi quasi a voler spaccare lo scoglio della nostra persona. Le parole leggere che sgorgano dalle labbra glitterate di Katy Perry possono dipingere a cupi colori la nostra confusione sentimentale o possono farci sentire giulive e colorate come può apparire lei. Battisti abbatte e sprona, Baglioni uccide o ci dà la carica per i grandi gesti, la disco ci fa affrontare la mattina come leoni e poi ci nausea la sera quando siamo a pezzi e le note elettriche friggono e ustionano un Io stremato per reagire.





"Togli le cuffie e parla con noi". E abbandoni la poesia di quella goccia che scivola sul parabrezza, fonte di innumerevoli spunti neanche l' avesse poggiata lì Ungaretti, e ti ritrovi a discutere dello shatush inverso sfoggiato dalla Balti a Sanremo. "Sei tra i vivi? dai e spegni quell'I-pod". E il rock urlato, anarchico e sordo lo si ammazza con un colpetto di polpastrello, ed ecco che sotto le borchie e le giacche di pelle, il sudore e le grida trovi che sono rimasti i problemi quotidiano che speravi spazzati via dal vento delle casse.

PLEASE DON'T TOUCH OUR MUSIC.

martedì 12 febbraio 2013

VIVISEZIONE E ANALISI DI CUPIDO









Questo non vuole essere un articolato su i tipi da san Valentino, e nemmeno una lista di suggerimenti di cosa da fare o da evitare. Perchè se si scrive di cose che non si conoscono, si finisce sempre con lo scrivere testi vuoti. Perché io di san Valentino non ne ho mai festeggiato uno, perché non sono mai stata in coppia il 14 febbraio. Ma vi rassicuro dicendovi che non credo nemmeno che il 15 sia la festa dei single. piuttosto un'occasione per far scorte di cioccolatini in saldo. Stavo facendo una riflessione sul fatto che san Valentino orami sia passata a festa da celebrarsi lontano dal pubblico giudizio. Se chiedi in giro ti diranno che è solo una stupidata, una scusa per vendere dolci, l'occasione per spendere soldi ed investire in rapporti che non sono sufficientemente intensi da richiedere una celebrazione piuttosto che in relazioni assodate al punto da non necessitare di conferme. Mi sono fatta l'idea che stia facendo la stessa fine del Natale, sempre più commerciale e sempre meno sentito. non sto certo dando alle due date lo stesso peso ed universalità, ma credo che come per i credenti ogni giorno dovrebbe essere Natale (e non nel senso di tenere gli addobbi esposti tutto l anno), allo stesso modo per ogni coppia dovrebbe essere sempre( o comunque spesso) san Valentino. Come fare doni e chiamare amici persi di vista a Natale può sembrare ipocrita, allo stesso modo lo è la coppia che si porta fuori solo il 14, con lei che tira fuori la biancheria di pizzo e lui che fa la chiamata annuale al fiorista: appare molto come una recita, un imposizione. Ed ecco che allora anche quella che potrebbe essere un' occasione per riaccendere le cose, per ricordarsi l' uno dell' altra e per riscoprirsi innamorati, diventa un peso e una scadenza odiosa su cui glissare. Sempre da osservatore esterno io dico che san Valentino andrebbe rivalutato, spogliato di tutti quegli orpelli di cattivo gusto che l'hanno reso la consacrazione del kitch (anche se confesso che tanto per provare non disdegnerei una rosa, un biglietto sdolcinato da diabete e magari i Baci Perugina quelli bianchi da "grande occasione"). Sarebbe bello se quest' anno le coppie che di comune accordo saltano a piè pari la casella del calendario, dedicassero almeno un momento per ricordare il primo appuntamento, le piccole cose che hanno fatto riconoscere nel partner l'altra metà della mela. Che chi sta insieme da poco non si sentisse obbligato a stupire ma piuttosto ad assaporare in pieno le fasi tra corteggiamento e presa coscienza della fortuna di provare anche un momentaneo batticuore. E i single non si inacidiscano. E' la festa degli innamorati e tutti siamo innamorati di qualcuno o di qualcosa. che sia il giorno dedicato a ciò che ci fa venire le palpitazioni, che ci rende euforici e vivi. Tanto se proprio proprio, il 15 c'è tutto il tempo per affogarci di Baci e prendere in mano Bridget Jones che ci dà sempre la speranza che da qualche parte lui ci sia. Anche se è un po' miope.

venerdì 8 febbraio 2013

GRATIS è BELLO



Nulla è più vero del concetto "gratis è bello". Basta che qualcosa sia lì alla portata di mano e sia in omaggio, che subito acquista un fascino irresistibile. Lavorando qualche giorno ad un convegno in un hotel, ho avuto modo di osservare questa peculiarità del genere Homo sapiens sapiens, di non sapersi sottrarre al rito di questi piccoli furti innocenti, dell' appropriarsi di un bene inutile con la sola giustificazione del suo essere gratuito. Il la mi è stato dato dal vaso delle caramelle poggiato sul banco informazioni: timidamente lo sguaRdo si posa sulla cupola di colorate palline di zucchero, e alla domanda "posso?", invece di vedere pollice ed indice selezionare rapidi la caramella, nella maggior parte dei casi un artiglio s' immerge rapido nella ciotola per depositare in tasca un pugno di dolciumi. Son lì apposta no? "Queste per dopo" (dopo? dopo cosa? la carestia? il disastro atomico? la dieta?).

Quando si è invitati a casa di qualcuno, nel bagno di servizio non è difficile imbattersi nei flaconcini e nelle saponette degli hotels. E mentre ti lavi le mani, non puoi non immaginare la scena di persone che tirano all' inverosimile la zip della busta della toilette per far stare, oltre alle loro cose, i mini shampoo e balsamo, la crema corpo e il bagno schiumama. Poco male, il peggio è quando dell' hotel è anche l' asciugamano con cui ti stai asciugando le mani. O quando in sala trovi una collezione di portacenere alquanto singolare, ce si accompagna al racconto di come, tra gli anni "70 e "80, fosse una continua sfida far sparire da alberghi e ristoranti ciotole di ceramica e cristallo.Mi è stato persin riferito di qualche signora che presso il particolarissimo ristorante Gold di Milano, ha sottratto la cartaigenica. Al bar di Gucci, nelle toilette, ho beccato una ragazza che ha tentato di intascarsi i profumi esposti, un altro signore che è stato così grato della coperta di cachemire che ti mettono in grembo d' inverno, che si è alzato e si è allontanato rincorso dalla cameriera.

Se un domani dovessi indagare sulla vita di qualcuno, prima ancora di cercare diari e agende, mi dirigerei verso il porta penne. Quante volte abbiamo firmato una bolla, l'assegno dal dentista, ci siamo imbattuti nell'assicurato propagandista, e ci siamo portati via la penna? è divertente vedere come da una manciata di oggetti comuni si possa sapere se è morto qualcuno di recente( penna delle onoranze funebri), si ha la parabola(penna di Sky), si fa attività sportiva(penna della palestra),si è fatto controllare il contatore del gas(penna dell' Enel) e via dicendo.

Al bar mi succede spesso di veder sparire i cucchiaini, e una volta mi sono persino accompagnata ad uno di questi singolari collezionisti. Che poi è davvero raro che al bar ci siano dei bei cucchiaini che valga la pena sottrarre, se ne mettono a disposizione di design è altrettanto raro che ti perdano d'occhio. Altro furto da bar è lo zucchero, le bustine stampate, anche qui altra collezione. Vengono selezionate le mancanti, che possono essere anche cinque o sei, e si esce, seguiti dallo sguardo perplesso e stizzito del barista.

La parola omaggio genera davvero nelle persone i bisogni più impensati, le voglie più inutili. Se andate ad una fiera di settore, come ad esempio il Cosmoprof di Bologna, dove un buon numero delle aziende ha stand in cui non c'è vendita diretta al pubblico privo di partita iva, vedrete le persone girare con borse di carta stampata piene zeppe di volantini e brochure, che per quanto belle, colorate e accattivanti, rimangono schede informative che nel 90% dei casi non verranno nemmeno lette. L'anno che lo stand presso cui stavo ha realizzato dei bellissimi sacchetti tricolore (che comunque sacchetti di carta rigidi rimangono), sono andati più a ruba dei prodotti, chi acquistava sperava di aver diritto di partire dal padiglione con sacchetti in più da dividere tra amici e parenti.

E la caccia all'inutile è diventata anche virtuale: quante app abbiamo scaricato unicamente perché gratuite? quanti giochi demenziali affollano le memorie degli smatphone? tipo "Ibeer", per fingere di bere una birra, "hold on", una gara di resistenza a chi tiene il tuch screen premuto più a lungo, "Iblackout" che fornisce una torcia che non illumina, "Ifarth" (che non starò qui a spiegare), per citarne solo alcuni.

A caval donato non si guarda in bocca. Se non è specificatamente detto che possa usufruire di un bene solo all' interno dello spazio in cui mi viene offerto, perché non portarlo via con me. E le case e le scrivanie si riempiono di cose inutili e di scarso valore, piccoli trofei e ciarpame.

"Ma era gratis".

venerdì 11 gennaio 2013

TENTAR NON NUOCE (COME OGNI ANNO)

Ormai gennaio ha ingranato. C'è stata l'ultima mangiata di dolci della befana, l' albero e gli addobbi sono stati rimessi in soffitta, i bambini sono tornati a scuola e la routine si e' ristabilita...insomma non ci sono piu'scuse per rimandare la messa in atto dei buoni propositi.quelli degli italiani sono sempre gli stessi secondo le statistiche...
-la dieta.
"Ah basta,tengo via giusto un bocconcino di panettone per San Biagio e basta".con un sacco si vanno a stanare i dolciumi arrivati in casa con le feste ( magari si mette insieme un pacco per far ingrassare l amica secca, della serie per sentirti più magro ingrassa i tuoi amici).ci si abbona a viver sani, saper vivere, silhouette.In gita al Mediaword con i saldi si torna a casa con vaporiere e centrifughe(inaugurate con una dieta detox tutta da bere degna della starlet di turno,che pero' allunga tutto con un bel bicchierone di vodkalemon). E dopo due giorni che sei chiusa in bagno il 78% della tua giornata, hai gia' fatto i baffi alla Lambertucci su sani e belli, davanti ai reality inciti la famiglia xL a mangiarsi anche il nutrizionista, e hai deciso che tanto avevi in cuor tuo preso in considerazione l' idea di non mettere più pantaloni. -muoversi di più.
5anni fa ti avevano regalato il cardio frequenzimetro e decidi che e ha maturato abbastanza dentro la sua bella scatoletta. Vai al Dechatlon poco convinto, e poi contagiato dall entusiasmo di un addetto pagato a commissione,esci pronto per la maratona di NY.e decidi di iniziare con il jogging perche' di confrontarti con i fusti da palestra prima di aver eliminato la pancetta non ne vuoi sapere. E una mattina pronti via.nel freddo di gennaio cominci a zompare per le strade con la play list adrenalicna che nn ti fa accorgere che a momenti ti investono. Balzi di fianco e ti storti la caviglia, ti viene un crampo e hai mal d orecchie che nessuno ti ha avvertito di mettere un cappellino. Hai il fiatone manco fumassi come un turco e le vesciche per un calzino troppo corto. Sconfitto torni a casa, ordini un revival di jane fonda e intanto cerchi su internet la rimozione chirurgica dei rotolini o canti a squarcia gola "Rosalina" di Concato. -dedicare più tempo al partner.
I signori uomini si preparino a "Nove settimane ammezzo" e ad "Orchidee selvagge" per San Valentino. Le signore a domeniche di colazioni a letto. Poi si cucina insieme, si va al cinema una volta la settimana o si guarda un film abbracciati sul divano.lei guarda la partita fingendo di capire il concetto di fuori gioco, lui annuisce poco convinto mentre al centro shiatzu spiegano i passaggi dello yoga di coppia...poi lei comincia ad avere mal di testa, ad irritarsi per il piumino coperto di briciole di brioches, ad addormentarsi davanti alla partita e a girare durante il break per sbirciare la replica di Grey's Anatomy facendogli perdere le interviste ai cronisti.lui dopo lo yoga si lamenta del dolore anche se sbadiglia, lei abbracciata durante il film gli fa caldo, al cinema e' lotta tra film impegnato e fantascienza, commedia e triller. Lui vuole ricominciare a mangiare i carboidrati, e lei e'stufa di dover lavare sette padelle per fare una scaloppina con contorno. -non arrabbiarsi.
E cominci bene, sorridendo in auto a chiunque ti strombazzi, vedi il bicchiere mezzo pieno nel parcheggiare nell ultimo posto fuori dal forum di Assago che devi cercare la navetta per attraversarlo in meno di mezz'ora. Ignori la collega che mastica la gomma come la pupa del gangster, mediti e ripeti i mantra di Siddharta quando alla macchinetta del caffe' quello davanti si gira di scatto e ti investe con la calda broda indelebile. Poi una mattina ti trovi un brufolo tipo terzo occhio, esci con le scarpe di camoscio e inizia a piovere, arrivi in ufficio e non hai i soldi per il pranzo, tornando a casa la vecchietta di 145 anni che ha superato il rinnovo della patente (probabilmente sacrificando la pensione) non ti da la precedenza e ti viene addosso, lui ha organizzato una serata birra e partita con gli amiconi che non sopporti...e ricominci a digrignare i denti sentendo Mr Hide che si ripresenta... Buon anno a tutti, con l augurio di riuscire nei vostri propositi...