venerdì 21 dicembre 2012

VITTIME DEL COUNT DOWN

Si avvicina il 25 e la febbre sale. Rimanda rimanda e alla fine ecco che si realizza che non c'è più tempo. In ufficio bisogna cominciare a chiudere i progetti, poi ci sono i vari apericena, le recite dei figli e il week end prima di Natale diventa l'ultima spiaggia per finire le compere.

Facce sconvolte e allucinate girano per il centro quasi danzando al ritmo delle carole suonate dagli artisti di strada, che si mescolano alle musiche che escono dai negozi creando una colonna sonora da incubo. E la magica atmosfera che si voleva creare in realtà cozza terribilmente con l' umore di chi si fa spazio nel pigia pigia in galleria o sotto i portici. Che poi non ci si mettono solo le hit bag dimensione borsa cabina, i cappottoni, i piumini (spessi come trapunte), le pellicce (ricavate da 72cincillà sovrappeso), gli Ugg (che creano attorno alla persona uno spazio isolato che, se tornassimo a mettere scarpe di dimensioni normali, probabilmente ci staremmo tutti sotto i portici a riparo dalla pioggerellina arriccia capelli). Il fatto è che il tempo residuo per lo shopping è inversamente proporzionale alle dimensioni dei pacchi che la gente usa come scudo sfollagente per raggiungere il negozio successivo. E allunghi il collo sopra il fiume di teste di lana davanti a te, stimi quanti passi mancano all' insegna dello store di destinazione, e ti reimmergi nel marasma cercando di scrollarti di dosso lo zingaro di turno o il senegalese con tutti i suoi libretti (e alla fine gliene compri 12 mentre cerchi di capire perché abbia scelto proprio te tra tutti, accorgendoti che in realtà ognuno nella folla ha attaccato un vu cumprà).
Finalmente riesci ad aggrapparti con le dita congelate che faticano a far presa, alla maniglia del pesantissimo portone della Rinascente, sotto lo sguardo divertito del buttafuori che gli venisse un ernia se ti aiuta, e mentre ti sembra di riuscire a tirare il fiato, vieni investito da un aria calda tipo fornace e da un tornado di profumi che fanno a gara con quello di Abercrombie. E mentre Michael Boublè canta le note parole dei canti della tua infanzia, ti metti in coda al pian terreno fissando una scala mobile che sembra sempre più lontana, carica di gente che cerca di destreggiarsi tra i pacchi e l' impellente desiderio di liberarsi della giacca di montone e cachemire, mentre sente le orecchie andare a fuoco. Le spruzzatrici senza pietà, belle fresche con le loro magliettine a maniche corte, ti riempiono di colonia che quando arrivi a casa ti senti la vecchia signora che prendeva il the con tua nonna, e sei sempre più confuso su quello che eri venuto a prendere, e ripeti mentalmente la lista di amici e parenti sforzandoti di trovare una qualunque offesa mortale che ti dispensi dall' acquistare un presente.
A metà del lavoro, decidi che ti meriti un caffè, una cioccolata, un' iniezione di eroina, qualunque cosa che ti dia la forza di continuare. Ma comprendi che non c'è bar a Milano dove sia possibile realizzare questo desiderio. La signora davanti al bancone sorseggia il cappuccio come fosse un giorno qualunque, sfruttando fino in fondo l' anticipo sul tuo arrivo e impedendoti di farti notare dal barista, che ormai è sordo a qualunque richiamo, ha impostato il pilota automatico e sembra Charlie Chaplin. Se  hai la fortuna di riuscire a farti servire, hai il 50% di possibilità di ustionarti l'intero tratto oroesofageo ingollando alla goccia mezzo litro di cioccolata bollente, e il 50% che l'altro signore in crisi d'astinenza dietro di te di dia un rusone per mettere la mano armata di scontrino sul bancone, facendoti rovesciare il sudatissimo cappuccino.
Nei negozi tipo Abercrombie, Brandy, Subdued e tutte le altre catene per adolescenti, vedi fidanzati e padri in crisi mistica, chi spoglia di nascosto i manichini che indossano l' ultima taglia del capo andato esaurito, signore che non si sentono più l' età per mettersi in coda tra le ragazzine insopportabilmente allegre e cacciarone che postano su facebook foto di loro in coda piene di buste e regali.
Ci sono amici super organizzati che si scambiano le liste per le fidanzate e i parenti, dividendo i doni per boutique e facendo ognuno la fila fuori i diversi punti vendita, armandosi di sacco a pelo se per sorte gli è toccato andare da Tiffany.
E il bello che i volti anno dopo anno sono sempre gli stessi, gli irriducibile dell' ultimo minuto, i martiri del 24.
A tutti loro non posso far altro che augurare buona fortuna. Menomale che Natale arriva una volta l'anno.

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