venerdì 19 ottobre 2012

LA COMUNITà BIO:GLI SNOB-CHIC FIGLI DELLA TERRA.

"Ah ma se non è bio io non lo mangio mica". Ormai è diventato un ritornello. Quante volte ci siamo sentiti dire che "bio è meglio", che per essere davvero degli healthy people dobbiamo comprare alimenti biologici.  Nulla in contrario per carità, tanto è vero che qualche settimana fa sono andata alla mostra mercato "MilanoBio", ho anche io la mia bottega green di riferimento e sono iscritta al blog Goop di Gwyneth Paltrow. Ma c'è chi davvero oggi sembra aver fatto del biologico un culto. Li riconosci subito quelli della comune verde, quelli che fanno parte di gruppi d'acquisto per promuovere il km zero e ridurre l'impatto delle confezioni sull'ambiente e ogni mese ricevono un sacco da 25 kg di patate terrose e legumi secchi, che davvero vorrei vedere dove mettono in cucina: immagino ci siano granai comunitari in cui stivare cereali decorticati dall'alto valore nutrizionale che impiegano 12 ore a cuocere. Sono quelli che "no alla tintura per capelli", meglio l'henné e la camomilla con il limone per i colpi di sole (e una naturalissima ricrescita come quella di Eva quando entrò in menopausa). Se i tessuti non sono pruriginosa lana vergine d'inverno e ruvido misto lino e canapa d'estate vanno in giro nudi e sfoggiano colori di origine vegetale in fantasie tye and dye dal senape al mattone, meravigliosamente informi perché lycra ed elastan sono prodotti del demonio. I capi li produce un atelier del Burkina Faso che dà lavoro a donne volenterose ma, non per colpa loro, all'oscuro delle ultime tendenze. E' una tendenza neo hippy che ha permesso a signori di mezza età di sfoggiare code di cavallo e riaprire il buco al lobo, alle signore di avere un look rilassato e genuino alla "into the wilde", ai giovani di coltivare i propri funghi allucinogeni sfruttando l'umidità interna dei rasta. Ma il bello è che questi figli della terra, fratelli di fagiolo e amici della fibra, tutto hanno in comune con il loro antenato peace and love tranne che il portafogli. Perché, parliamoci chiaro: la bustina di cartone riciclato, il barattolo di vetro riutilizzabile pieno di sano riso thai integrale, la frutta e la verdura di dimensione cucina di barbie, hanno prezzi decisamente più elevati di quelli offerti da quei diavoli di multinazionali. Inoltre studi recenti hanno dimostrato che dal punto di vista nutrizionale, tra il bio e il non bio non c'è alcuna differenza. Vitamine, proteine, acidi grassi hanno la medesima qualità. Inoltre, per esempio, la carne e il pesce d'allevamento sono più controllati, gli animali nutriti con mangimi appositamente studiati e curati con medicinali che non hanno alcuna influenza sull'uomo. Altra notizia bomba: non è vero che tutti i prodotti bio sono trattati senza pesticidi. Infatti il bio per essere definito tale deve presentare il 30% di pesticidi in meno, non è detto quindi che tutti gli ortaggi che si acquistano con questa etichetta siano al 100% naturali. E poi oggi il terreno, le falde acquifere e l'acqua piovana sono già contaminati, ed è quindi improbabile imbattersi in vegetali senza tracce di prodotti chimici. Detto ciò, frutta e verdura che consumiamo con la buccia e i vegetali a foglia verde che assorbono naturalmente più inquinamento e fertilizzanti, se siamo semi patiti del bio ma non vogliamo arrivare a 120 anni sani e poveri, possiamo acquistarli dagli scaffali dei corner chic and green dei supermercati. Per il resto, non credo valga tanto la pena. No, nemmeno se pensate di salvare il mondo, perché sebbene le colture bio rispettino i ritmi naturali e vi permettano di rispolverare gli studi delle elementari con la coltivazione a rotazione per nutrire il terreno e renderlo fertile, hanno ritmi lenti e rese non sufficienti se non a nutrire l'agiata borghesia dei figli di madre natura. Quindi fate due conti, potreste risparmiare in un anno la bellezza di 5000 euro a famiglia scegliendo solo il biologico indispensabile. Per non dire che potreste tornare ad andare dal parrucchiere e a vestirvi non più da fashion mezzadri, ma da milanesi contemporanei. Perché i tessuti eco li usano anche gli stilisti e le boutique chic. Mai sentito parlare di 100% Capri? O della linea di cotone biologico di H&M? O della super verde Stella McCartney?
Certo, io amante delle sperimentazioni e delle sane abitudini in cucina, non rinuncio a qualche chicca eco chic e allora ecco alcune ricette derivate dalla mia visita al MilanoBio.

-chilli vegetariano con muscolo di grano:

il muscolo di grano è un sostitutivo della carne per vegetariani e vegani, è altamente digeribile e si ottiene dalle proteine del grano. Se volete uccidere un celiaco preparategli una di queste polpette glutinose e non avrà scampo. Ha il prezzo della carne animale, quindi non presenta vantaggi economici, e contiene chiaramente più carboidrati della bistecca che non ne ha.






Fate soffriggere una grande cipolla rossa tagliata grossolanamente con 4 pomodori ramati ben maturi, mezzo peperone verde e mezzo rosso e i fagioli ammollati (che bel soffritto viola che sta bene con lo smalto di Chanel =)). Sfumate con mezzo bicchiere di aceto di vino rosso, aggiungete il seitan a pezzi e un barattolo di passata. Allungate con un altro barattolo d'acqua calda, aggiungete un dado vegetale,  un cucchiaio di zucchero di canna, una spolverata di noce moscata, zenzero, cannella, paprika, aglio in polvere e una foglia di alloro, abbassate al minimo la fiamma e lasciate cuocere coperto per 45 minuti, il tempo di ammorbidire i fagioli. Servite caldo.

-zucchine ripiene di tofu e canapa:

Già, canapa, ottimo anti colesterolo e con indubbie proprietà rilassanti...

Svuotate delle zucchine tonde (ok, sembrano meloncini, non son bio, ma sappiate che i big vegetali non sono pompati con cose strane ma con proteine vegetali). Fatele ammorbidire al vapore qualche minuto o mettetele 4 minuti del microonde in un tapper ad hoc chiuso con la valvola aperta. Intanto mescolate il tofu morbido (Esselunga, vicino ai certosini) con un cucchiaio di crème fraiche (Esselunga, corridoio dei latticini, in fondo vicino alla panna fresca), due cucchiaini di semi di canapa, pomodori secchi sfilettati e origano. Riempite le zucchine, oliatele e spolverizzate di pan grattato integrale o fiocchi d'avena e infornate 30 minuti a 180 gradi.







-dessert ipocalorico scenosissimo:

Questa torretta leggera e gustosa vi farà guadagnare un sacco di punti agli occhi dell' amica "io niente dolce, sono a dieta".

Alternate fette di pane azzimo senza sale a strati di yogurt greco 0% grassi addolcito con un cucchiaio di sciroppo d'acero che è a basso indice glicemico. Potete aggiungere cannella macinata che aiuta la digestione e limita l'assorbimento degli zuccheri. Decorate con frutti di bosco bio (questi, soprattutto le fragole, possono trattenere più pesticidi quindi sono, con le mele e gli spinaci, un prodotto da valutare), ricchi di fibra e poveri di calorie. Bello no?





1 commento:

  1. Sei una grande Camy! Hai assolutamente ragione! Tutta questa gente fanatica del biologico fa proprio ridere i polli! Pensano che un pomodoro bio abbia chissà quali proprietà in più di un pomodoro normale!
    Belle anche le ricette, ne proverò qualcuna appena ho un po' di tempo (e voglia) di cucinare!!!
    Bacio
    Klaudi@

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