martedì 25 settembre 2012

"SIGNORA è IL SUO HAIR STYLIST CHE LE PARLA, METTA LE MANI DOVE POSSA VEDERLE E AVANZI VERSO DI ME..."



Dati alla mano. Abbiamo la conferma che nonostante la crisi, il settore della bellezza è quello che al momento, con alcuni altri, risente poco dei tagli alla spesa applicati dagli italiani. Ma è una caratteristica tutta la femminile quella di affrontare le nuove sfide all’ acquisto 2x3 con un velo di rouge sulle labbra (è stato provato che la vendita di rossetti è inversamente proporzionale ai picchi negativi dei valori della borsa). Insomma, possiamo rinunciare alla bistecca, possiamo reinventare il guardaroba dell’anno prima, ma guai a chi propone di mettere da parte il beauty case, anche perché diciamocelo, quando ci sentiamo selvaggiamente sexy, tremendamente provocanti ed assurdamente favolose, è il caso di dire che non ci ferma nessuno. MA, e qui viene il ma, trucco e creme a parte _ argomento già trattato_ solo la mano di un esperto può evitare che tutti i “selvaggiamente”, “tremendamente “ ed “assurdamente” vadano a descrivere uno stato dell’ essere che ponga ragionevoli dubbi sulla sanità mentale della persona al momento di approcciarsi all’ elemento femminile per eccellenza: il capello. Già, la chioma fluente o corta che sia, bruna, bionda, rossa, non può essere sacrificata. 

Non può essere soggetta all’estro dell’ amica del cuore che si sente “artista-inside”, e ci intorta dichiarando che le nostra testa è la tavolozza più bella su cui possa mettere le mani; il taglio che vi fate non deve essere messo sulla lista dei tagli alle spese - “guarda mamma, quella signora dopo il taglio alla bolletta ha chiesto all’ elettricista di darle una regolata alla zazzera”- ; se requisite a vostro figlio le miccette che faceva scoppiare con gli amichetti sotto la coda del cagnetto rompi palle del vicino, non provate ad usarle per la piega. La figura dell’ hair stylist in questi casi dovrebbe apparire come visione celeste, come in "Grease" quando la svampita ragazzina dalla testa rosa decide che la sua strada è quella dell’ estetica.

 A tanta gente dovrebbe cantare all’orecchio Frankie Avalon che sussurra  “la messa in piega non si fa”. Andare dal parrucchiere è come andare in vacanza con un amico psicologo. È meglio del barista, il parrucchiere ascolta davvero i tuoi problemi, ti solleva il morale con l’ultimo pettegolezzo, parte dalle tue frustrazioni per darti un’ immagine che ti faccia dimenticare i tuoi guai.





 Quante alla fine di una relazione (oltre che dal barista di fiducia, ok) hanno deciso di recarsi in salone e cambiare look per dare un taglio con il passato in tutti i sensi? Nuovo posto di lavoro, quante volte ha fatto rima con taglio e colore? Un evento speciale, a chi ci rivolgiamo per essere al 100%? Sempre solo al parrucchiere. Perché posso sopportare di presentarmi al matrimonio dell’ amica con un abito che qualcuno ha già visto, ma non posso certo sfoggiare una ricrescita in nuance. E poi usano ormai in troppe la scusa “sai, avevo il provino per "L’isola dei famosi"” per giustificare un capello floscio e senza vita, piatto in radice e “voluminoso” di doppie punte. Non dico di andare tutti i mesi, se la scelta dev’ essere quella del "2 volte l’anno", allora optate per un colore naturale e un taglio facile da gestire che non vada fuori forma al primo cm di crescita. Per favore, non fateli grigi se la ricrescita è quella, ad una certa età se la chioma si accessoria di grossi fil di ferro (perché il capello grigio se ci fate caso spesso ha vita propria, e spunta dalla scriminatura con l’arroganza degna di un filo d’acciaio), rinunciate e risparmiate i soldi di cinema e pizza e una volte ogni 3 settimane lasciate che si ponga rimedio in maniera adeguata. Il "fai da te" in questi casi non paga mai. Ci sono donne che quando fanno la carbonara tengono da parte un po’ di sbattuto con tanto di pecorino per un impacco proteico dopo cena, quelle che mentre preparano un sandwich al marito fanno una spalmata di maionese sul pane e una sulle punte. 


Chi invece di un the con le amiche prepara un “infusione party” con “camomillata” e limone di gruppo per avere i dolci colpi di sole naturali dell’ infanzia. Su you tube impazza l’ olio di cocco, ma nemmeno Robinson Crusoe permetteva a Venerdì di trattargli le lunghezze con questo pesantissimo grasso vegetale! Davvero, fate dell’ hair stylist il vostro curatore d’ immagine. E sceglietelo con cura. È colui/lei che avrà in mano la tutela della vostra femminilità, la scelta è ardua quasi come quella del ginecologo. Scegliete un salone di cui vi piace l’ immagine, se per dire volete evitare di somigliare a vostra madre, non andate dal suo storico hair stylist. Se non volete un look fotocopia non andate dal parrucchiere cinese che vi annuisce sorridendo e poi fa l’ unico taglio che sa fare, ne propone uno nella sua lingua a tutte le clienti ed ecco qua, uno schiaffo ad anni di accademia affrontati dalla spettabile concorrenza. Evitate chi asseconda ogni vostro desiderio: se porto una foto di un’ attrice, vorrei che il taglio non sembrasse appiccicato sulla mia testa come con photo shop, ognuna ha i suoi lineamenti. E diffidate di chi ha esposte quelle foto fantasma dal pesca all’ azzurrino di acconciature anni “70, o peggio, primi piani  di Elvis e Farrah Fawcett: non sia mai che poi vi chiedano da quale festa a tema stiate tornando…

Nessun commento:

Posta un commento